Centro per il libro e la lettura

Leggere per Crescere: buona la prima per il corso contro il “troppo smartphone”

Il corso Leggere per Crescere, l’iniziativa del Centro per il libro e la lettura e dell’Osservatorio Carta, Penna&Digitale della Fondazione Einaudi, la prima che affronta, dalla scienza alle soluzioni didattiche, il problema del deterioramento cerebrale, il cosiddetto brain-rot causato dall’eccesso di dispositivi digitali, coglie nel segno. Adesioni al di sopra delle aspettative e del target, partecipazione davvero attiva di tutti i docenti: segnali importanti per fare breccia in un campo di cui tutti avvertono l’attualità, i danni provocati da troppo smartphone soprattutto nelle giovani generazioni, ma per il quale non esistono soluzioni codificate. Non capita spesso che un’iniziativa formativa iniziata a metà pomeriggio si prolunghi al di là dell’orario stabilito.

Ieri, per la prima delle quattro sessioni del Corso, i docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado, riuniti nell’aula teatro dell’I.C. Borgoncini Duca di Roma, dirigente scolastica Anna Maria Lamberti, anziché guardare gli orologi, a tempo ormai scaduto continuavano con le domande.

Si è partiti dalle neuroscienze, con il neurologo e psicoterapeuta Pierluigi Brustenghi: spiegare com’è fatto e come funziona il cervello umano, la formula più corretta per mettere i docenti, nelle cui aule è ormai emergenza, in condizione di recuperare partecipazione e attenzione di allievi troppo spesso consegnati alla scuola già con cattive abitudini.
È un triste paradosso che l’era delle informazioni globalizzate in Rete abbia reso più frammentario e sfuocato il retroterra culturale dei nativi digitali, gravati ormai dalla ‘insostenibile leggerezza’ di contenuti digitali tanto pervasivi quanto privi di spessore – ha avvertito Adriano Monti Buzzetti, presidente del Centro per il libro e la lettura, attraverso il messaggio portato alla platea da Mirna Molli dell’Ufficio scuola del Centro -. Investiamo sulla formazione degli insegnanti per un corretto approccio metodologico e strumenti didattici mirati, adeguati ad aggredire queste nuove fragilità degli alunni, preservando la civiltà della parola scritta“.

Partiamo con questo test e lavoriamo affinché diventi la regola, in tutte le scuole d’Italia – ha annunciato ai presenti Andrea Cangini, direttore dell’Osservatorio Carta, Penna&Digitale -. Siete pionieri di un’attività volta a preservare e sviluppare correttamente l’intelligenza dei nostri ragazzi. Come Osservatorio, raccogliamo gli studi scientifici che attestano la correlazione fra i disturbi di ordine fisico e psicologico e l’abuso di smartphone e di dispositivi digitali, ormai classificato nella categoria delle dipendenze”. Fronteggiare e intervenire con efficacia sul fenomeno attraverso la conoscenza e le buone pratiche è l’obiettivo del corso: “iniziando dalla scuola e dalla lettura su carta e dalla scrittura a mano in corsivo, due abitudini da ripristinare e valorizzare per la loro insostituibile funzione formativa”, ha concluso Cangini.

Lo specialista Pierluigi Brustenghi ha spiegato a partire dalla neurofisiologia perché l’uso incauto ed eccessivo di smartphone e dispositivi digitali provochi i maggiori danni proprio quando il cervello è in piena fase formativa. Nella fascia d’età che va dalla prima infanzia all’adolescenza sono necessari stimoli profondi, lenti, quelli impressi da attività quali la lettura su carta, il racconto, il disegno e la scrittura e più in generale tutte le attività manuali che provocano interazione profonda e relazioni: tutte esigenze che la velocità e il senso dell’effimero connaturato alla struttura e all’uso delle piattaforme digitali non solo non riescono a soddisfare, ma risultano addirittura controindicate perché sviluppano aree diverse del cervello, sulle quali insiste la fruizione compulsiva di contenuti digitali che provoca sviluppo di dopamina e conseguente senso di piacere, fino a indurre dipendenza.

Il corso pilota, che proseguirà con tre ulteriori appuntamenti, mira a evolvere in un’iniziativa strutturata e ripetibile, in modo da coinvolgere il maggior numero di docenti, ampliando il raggio d’azione anche alle famiglie, che sono già presenti in questa prima iniziativa con tre rappresentanti di associazioni di genitori. Perché la corretta formazione dell’intelligenza nell’età dello sviluppo rappresenta il miglior ponte da gettare verso la necessaria e ormai inevitabile quotidianità digitale.

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