Il 2020 passerà alla storia come un anno di emergenza, in cui interi settori industriali, economici e culturali sono entrati in crisi. Ma la pandemia ha anche attivato, o in alcuni casi accelerato, cambiamenti radicali nelle abitudini e nei consumi. Una trasformazione che ha investito anche il mondo del libro e della lettura come emerge dalla istantanea scattata dal Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021), la ricerca del Centro per il libro e la lettura realizzata in collaborazione con l’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e presentata il 31 marzo (VIDEO)

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Anche in un anno così complicato come il 2020, la lettura è una pratica culturale che resiste anche a fronte di cambiamenti sociali, economici e tecnologici e il libro mantiene un posto centrale nei consumi culturali degli italiani.

Di tutto questo si è parlato nell’incontro on line organizzato dal Centro per il libro e la lettura a cui ha preso parte il Ministro della Cultura Dario Franceschini, il presidente del Centro per il libro e la lettura Marino Sinibaldi e il direttore Angelo Piero Cappello, il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi, il curatore del Libro bianco Giovanni Peresson (Ufficio Studi di AIE) e la Capogruppo del Partito Democratico in Commissione “Cultura, scienza e istruzione” alla Camera dei deputati Flavia Piccoli Nardelli, ideatrice della “legge sul libro” entrata in vigore un anno fa (Legge 15 del 13 febbraio 2020), introdotti e moderati da Paolo Conti, editorialista del “Corriere della Sera”.

Il video integrale dell’evento 

Attraverso i dati raccolti, il Libro bianco lancia anche una traccia in vista del 2021, un anno che dovrà essere di ripartenza e in cui il Centro per il libro e la lettura sarà protagonista con investimenti per oltre 35 milioni di euro.

La ricerca del Libro bianco è iniziata a maggio del 2020 per concludersi a gennaio 2021, esaminando il settore del libro e analizzando i consumi dei lettori durante le varie fasi della pandemia, ma anche le misure messe in campo dallo Stato per fronteggiare l’emergenza e il modo in cui l’editoria ha reagito. Il primo dato che emerge sottolinea la resistenza del settore, sia dal punto di vista del mercato che dal punto di vista del valore che i cittadini attribuiscono al libro e alla lettura. Dopo una prima contrazione durante i primi mesi di lockdown (inevitabile se si pensa alla chiusura totale del Paese), gli indicatori rivelano che gli italiani sono tornati a leggere con un’intensità anche maggiore al periodo antecedente la pandemia. Considerando la lettura nel suo complesso, quindi compresi e-book e audiolibri, i lettori in Italia sono cresciuti dai 26,3 milioni dell’ottobre 2019 ai 27,6 milioni dell’ottobre 2020. Un incremento si è riscontrato anche nel fatturato complessivo del settore, che a fine 2020 ha fatto registrare un +2,3, con un trend positivo anche nelle prime settimane del 2021 (+25% per i libri a stampa).

 Le slide presentate da Angelo Piero Cappello

Le Slide  presentate da Giovanni Peresson

Il video con i dati salienti

Sono diversi i fattori che hanno contribuito alla tenuta del settore. Fondamentale è stata la rapidità con cui gli editori hanno riorganizzato i processi produttivi puntando sul lavoro flessibile e sul digitale, reinventando il piano editoriale e rimodulando le uscite. Altrettanto decisive sono state le misure adottate dallo Stato. Il riconoscimento del libro come “bene essenziale” e la conseguente riapertura delle librerie anche durante il lockdown hanno dato una spinta fondamentale a tutto il settore. Un processo supportato con aiuti diretti al mondo del libro e dell’editoria. In particolare, i finanziamenti pubblici hanno compreso 30 milioni di euro per 18App, 15 milioni di rifinanziamento per Carta cultura, 30 milioni di fondo per gli acquisti delle biblioteche di pubblica lettura, 10 milioni di aiuti ai piccoli editori, 12 milioni agli editori turistici e dell’arte, 10 milioni di crediti d’imposta alle librerie, 5 milioni in aiuti ai traduttori.

In questa cornice si inserisce il ruolo del Centro per il libro e la lettura che gestisce il Fondo per l’attuazione del Piano Nazionale d’Azione per la promozione della lettura, che tra il 2020 e il 2021 prevede il finanziamento di progetti e iniziative attraverso bandi e convenzioni per un totale complessivo di 8.700.000 euro.

Come si diceva all’inizio, la pandemia in molti casi ha dato una spinta decisiva a dei processi che erano già in atto prima dello scoppio dell’emergenza: i lettori di e-book sono passati dal 20% al 32%, è cresciuto anche il mercato degli audiolibri ed è esploso il prestito bibliotecario digitale con un +250% durante il primo lockdown e un +103% a dicembre 2020. Tuttavia, questi dati sull’avanzata del digitale e sulla tenuta del settore non nascondono carenze strutturali del sistema libro in Italia che pure sono evidenziate dalla ricerca del Libro bianco. L’indice di lettura al 61% resta ancora una delle criticità dell’Italia, soprattutto a confronto con gli altri grandi paesi europei. Complice anche una filiera del libro con case editrici e librerie che in molti casi presentano carenze organizzative e strutturali e che non sempre sono al passo con l’evoluzione digitale. Il Libro bianco, dunque, ci mostra una fotografia del momento ma allo stesso tempo ci apre una porta sul futuro e ci fornisce gli impulsi su cui costruire nuove pratiche di lettura per l’Italia del domani.

“Il Libro bianco ci permette di avviare una serie di riflessioni sul momento che stiamo vivendo: anche le crisi più drammatiche aprono delle opportunità – ha detto il Ministro Dario Franceschini nel suo intervento – Credo che i dati sulla vendita dei libri e sulle abitudini di lettura non siano episodici ma sono un dato strutturale che si replicherà nel tempo. La crescita rilevata in Italia non è comune a tutti i Paesi, quindi ci aspetta una grande fase di sperimentazione come dopo tutte le fasi di rottura. Servirà una grande capacità di riflessione e di analisi per capire i cambiamenti che ci aspettano. Noi come Ministero continueremo a supportare il libro con misure di sostegno a tutta la filiera. Abbiamo anche ottenuto una misura che è materiale ma anche in un certo modo filosofica: le librerie aperte anche in zona rossa come gli altri servizi essenziali. Questo è un riconoscimento importante che ha portato conseguenze positive sulle vendite ma ha anche mandato un messaggio al Paese. Poi abbiamo introdotto una norma nuova, apprezzata in tutta Europa, mettendo a disposizione delle biblioteche 30 milioni di euro per l’acquisto dei libri ma vincolandolo solo alle librerie del territorio. Questo aiuta tutti gli attori della filiera. Entro la fine della legislatura vorremmo introdurre una legge, e ci stiamo già lavorando, che aiuti il libro e tutta la filiera dell’editoria come avviene per il Cinema”.

“Il dato resistente della lettura va interpretato anche come reazione di fronte alla situazione drammatica della pandemia. Evidentemente nei libri e la lettura abbiamo cercato, se non delle risposte, un modo per mettere ordine alle domande, alle inquietudini, alle angosce di questo momento particolare – dice Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il libro e la lettura – Di fronte al moltiplicarsi di possibilità e piattaforme digitali che tutti in questi mesi abbiamo sperimentato, il fatto che la lettura mantenga e forse accresca il suo spazio, se può essere un dato incoraggiante anche sul piano economico e industriale, è soprattutto molto significativo dal punto di vista psicologico, culturale e, verrebbe da dire, morale”.

“L’idea del Libro bianco è nata dopo l’entrata in vigore della legge 15/2020 che ci ha fornito un binario all’interno del quale strutturare una politica coerente di intervento sul mondo del libro e della lettura – ha aggiunto Angelo Piero Cappello, direttore del Centro per il libro e la lettura – Allo stesso tempo la legge, entrata in vigore il 25 marzo 2020, interveniva nel momento in cui si prefigurava un disastro. È molto probabile che quello che sta accadendo in questi mesi modificherà profondamente tutto il sistema del libro in Italia, sia nella parte di produzione che nel consumo. La pandemia ha accelerato i cambiamenti che erano già in corso e da qui nasce l’esigenza di uno studio sulla realtà che stiamo vivendo. I dati che emergono dal Libro bianco ci forniscono la base per progettare il futuro attraverso tre punti: il supporto economico alla filiera; la varietà delle offerte e dei consumi; le politiche e le strategie di promozione”.