
(Intervento di Giuseppe Iannaccone, presidente del Centro per il libro e la lettura, alla conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2025 di Più libri più liberi, 17 novembre 2025)
L’importanza sociale, economica e anche mediatica di un evento come Più libri più liberi rischia di far perdere nei meno avvertiti la consapevolezza della vocazione culturale di quest’iniziativa. Una vocazione che la rende un appuntamento unico, con un’identità specifica e peculiare.
Più libri più liberi è la fiera della piccola e media editoria ovvero la fiera di editori coraggiosi, imprenditori appassionati e visionari che offrono spesso al pubblico dei lettori il frutto di uno scouting intraprendente, il recupero di voci letterarie neglette, il ripescaggio di grandi autori e autrici magari usciti dai radar dell’editoria dei grandi gruppi, la traduzione di testi stranieri capaci di accendere curiosità e interesse.
Se provassimo solo per un attimo a ripensare alla nostra storia letteraria novecentesca, ci accorgeremmo di un fenomeno diffuso: ovvero che capolavori imprescindibili sono stati stampati da editori medi, piccoli, talvolta anche piccolissimi: Una vita e Senilità di Italo Svevo, Canti orfici di Dino Campana, Poesie a Casarsa di Pier Paolo Pasolini, Se questo è un uomo di Primo Levi, La presenza di Orfeo di Alda Merini. Per non dire di Ossi di seppia, pubblicato da un piccolo-grande editore, di cui tra pochi mesi ricorderemo il centenario della morte, Piero Gobetti.
Ecco, Più libri più liberi si configura come la vetrina di una costellazione di esperienze, iniziative, soggetti e progetti capaci di avvicinare il libro alle persone, puntando sulla varietà dei territori, sulla ricchezza dei cataloghi, sulla diversità del pensiero, delle idee, dei punti di vista.
È, questo, uno degli obiettivi cruciali del Centro per il libro e la lettura, che presenta nell’occasione un ricco calendario di eventi e che nel sostegno a iniziative come queste, ha modo di realizzare una delle finalità legate alla sua stessa ragione sociale, diffondendo la produzione editoriale italiana e supportando manifestazioni volte a promuovere la cultura e la pratica della lettura.
Viviamo tempi non semplici: gli elementi di criticità oggi sono molti e non mette conto qui di passarli in rassegna. È però anche necessario non abbandonarsi all’inerzia o alla rassegnazione fatalistica ed evidenziare i fermenti e la vitalità del sistema-libro, in tutte le sue componenti. Nei giorni che ci attendono alla Nuvola di Fuksas, la bibliodiversità si sposerà all’idea della lettura come esperienza fondamentale, strumento certo di intrattenimento e piacere ma anche di inclusione, cittadinanza attiva, partecipazione civile.
Festival come Più libri e più liberi servono anche, e forse soprattutto, a questo.