Mario Desiati, con il romanzo “Spatriati” (Einaudi), è il vincitore della LXXVI edizione del Premio Strega. Lo scrittore pugliese ha preceduto Claudio Piersanti con “Quel maledetto Vronskij (Rizzoli), Alessandra Carati con “E poi saremo salvi” (Mondadori), Veronica Raimo con “Niente di vero” (Einaudi), Marco Amerighi con “Randagi” (Bollati Boringhieri), Fabio Bacà con “Nova” (Adelphi) e Veronica Galletta con “Nina sull’argine” (minimum fax).
In questa edizione, i finalisti erano eccezionalmente 7 perché la semifinale di Benevento si era chiusa con un ex equo e da regolamento è stato previsto il ripescaggio di un editore indipendente. La proclamazione del vincitore è avvenuta nel giardino del Ninfeo del Museo Etrusco di Roma.
La giuria del Premio è composta da 400 Amici della domenica a cui si aggiungono 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.
La prima uscita ufficiale di Desiati come vincitore del Premio Strega avviene questa sera alle 21.30 a Lonato del Garda all’interno del ciclo di appuntamento di Essays (segui la diretta), la Residenza estiva per traduttori promossa dalla Fondazione Ugo da Como e dal Centro per il libro e la lettura.
Il titolo del romanzo, “Spatriati”, viene dalla parola dialettale “spatrièt”, che indica gli emigrati, quelli che sono andati via, ma è anche un termine dispregiativo per definire chi è percepito come “irregolare”, come qualcuno che non obbedisce alle regole del suo contesto sociale. È la storia di Claudia e Francesco, due ragazzi di Martina Franca che diventano adulti insieme in un gioco di allontanamento e di rincorsa dove finiscono sempre per ritrovarsi. Berlino è la città dove esplorano le loro identità e la relazione con il luogo che hanno deciso di lasciare.