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Monti Buzzetti alla fiera Testo di Firenze: “Per l’editoria italiana un anno in prima fila”

Si è appena chiusa a Firenze la terza edizione di “Testo”, manifestazione dedicata all’editoria contemporanea, ideata da Todo Modo e organizzata da Pitti Immagine in collaborazione con Stazione Leopolda. Andata in scena alla Stazione Leopolda da venerdì 23 a 25 febbraio 2024 con la partecipazione di 150 case editrici, tra cui 56 esordienti, la fiera ha visto la partecipazione del presidente del Centro Adriano Monti Buzzetti, che è intervenuto all’evento inaugurale.

Nelle parole degli organizzatori, Testo è “il nuovo progetto che racconta come nasce un libro: da come si scrive a come si pubblica, come si traduce, come si disegna, come si vende fino a come si legge. Un appuntamento annuale per lettori e addetti ai lavori che propone una visione in profondità del mondo dei libri e porta a Firenze la migliore editoria, con una selezione di titoli e novità letterarie, ospiti da tutto il mondo e un ricco programma di eventi”. “’Testo’” ha aggiunto Monti Buzzetti, “è un’iniziativa editoriale di grande raffinatezza e qualità, che ha saputo rapidamente imporsi all’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. Seppur giovane come esordi, si è già guadagnata una specificità tutta sua nella geografia complessiva delle fiere italiane di settore; e questo proprio per il suo approccio così originale, incentrato sul racconto di cosa l’editoria è e di come concretamente si fa giorno per giorno. È un po’ come se il grande proscenio della filiera del libro ruotasse su se stesso per mostrarci il retropalco, ossia l’interno di questo affascinante mondo, permettendoci si seguire nei dettagli il percorso che dal dattiloscritto di un autore conduce allo scaffale della libreria; il tutto raccontato ai lettori dalla viva voce dei protagonisti, in un processo il cui felice effetto collaterale è quello di trasformare per qualche giorno la Leopolda in una grande e vivace “libreria diffusa”.

Il presidente Monti Buzzetti si è poi soffermato sul tema della Buchmesse di Francoforte, che vedrà nel prossimo ottobre l’Italia partecipare come Paese Ospite d’Onore, a trentasei anni dall’ultima volta. L’appuntamento è visto dal Cepell “come una grande, strategica opportunità. L’Italia sarà ospite d’onore alla più grande Fiera del libro del mondo. In tale ruolo essa accoglie il testimone da un contesto di prossimità, da un Paese ‘vicino di casa’ come la Slovenia, al quale ci lega un’importante cultura di cerniera tra le sponde dell’Adriatico, e lo passerà poi nel 2025 ad un Paese che soggettivamente percepiamo come ‘esotico’, le Filippine. Una staffetta che dà conto della mosaicale bellezza di una cultura senza confini, di cui il libro è il simulacro esteriore. Nel mezzo c’è ovviamente la specialissima congiuntura che garantirà alla nostra industria libraria un intero anno in prima fila”.  Dall’ultima partecipazione come Paese ospite d’Onore a Francoforte “è cambiato radicalmente il panorama editoriale nel suo orizzonte storico: nell’88 avevamo perso da poco un gigante come Italo Calvino ma avevamo ancora lo scrittore italiano blockbuster per eccellenza, Umberto Eco, ma anche un Alberto Moravia, autore tradotto in 40 lingue. Però l’anno successivo il crollo del muro di Berlino e di lì a poco la dissoluzione dell’URSS ci avrebbero anche restituito i mercati editoriali dell’Europa dell’Est, a partire da quello polacco che oggi è terzo per gli autori italiani dopo Francia e Spagna”.

L’editoria italiana è una delle più grandi d’Europa per giro d’affari, quarta per volume del venduto dopo Germania Gran Bretagna e Francia“, ha continuato Monti Buzzetti. “In Italia essa rappresenta la più importante industria culturale del Paese: una realtà vivace ed eterogenea, il cui pluralismo di voci ed orientamenti è un riflesso del nostro effervescente vissuto intellettuale. Tale ricchezza è testimoniata anche dal fatto che i suoi prodotti non mancano di suscitare interesse all’estero, in un felice gioco di rimandi tra autori classici e nuovi, tra affermati ed esordienti. Accade così che in questi borsini internazionali Elena Ferrante si collochi vicino all’inossidabile Guareschi e, nella letteratura per ragazzi, a tallonare il ‘monolite’ Collodi ci sia Elena Dami col suo Geronimo Stilton. Concludo ricordando che abbiamo una sfida: si parla molto spesso di Generazione Z, quella che arriva fino ai 27 anni, e un po’ meno della Generazione Alfa, la fascia da zero a 15 anni, quella nata da genitori cresciuti con Internet e che viene denominata con un neologismo che dà parecchio da pensare: ‘screen-agers’. Riaffiancare allo strapotere dello schermo la familiarità ritrovata con la parola scritta, riguadagnare alla narrazione e al pensiero articolato il mondo giovanile più esposto alla dipendenza dai social di ultima generazione è una delle grandi priorità di cui anche Francoforte, la più grande e prestigiosa fiera libraria del pianeta che quest’anno vede il nostro Paese in un ruolo preminente, dovrà fare da cassa di risonanza. Noi ci saremo, con tutta la grande squadra degli autori e degli editori italiani, per espandere sempre più la consapevolezza della lettura come momento centrale nella formazione umana, civile e sociale dell’individuo“.

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