“Abbiamo approvato una norma, che con la Legge di Bilancio diventa strutturale e stabile, per cui sono stati erogati 60 milioni di euro alle biblioteche per comprare testi nelle librerie del territorio. A questa operazione, ne ho parlato con il ministro Bianchi, se ne deve affiancare una simile per le biblioteche scolastiche, in modo che oltre al contributo formidabile e volontario di tante famiglie ci sia anche quello dello Stato per incrementare questo patrimonio”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, nel videomessaggio di saluto per il lancio della sesta edizione di #ioleggoperché, la grande iniziativa sociale che punta a formare nuovi lettori, rafforzando nella quotidianità dei ragazzi l’abitudine alla lettura grazie alla creazione e al potenziamento delle biblioteche scolastiche.
“Abbiamo iniziato qualche anno fa una collaborazione con l’Associazione italiana editori, che si è poi allargata a molti altri soggetti, e i risultati straordinari sono la dimostrazione di quanto #ioleggoperché sia cresciuta e quanto crescerà nei prossimi anni – ha sottolineato Franceschini -. Una crescita che si incrocia con quella del mercato del libro: dopo anni di curve negative abbiamo infatti dati positivi che solo in parte sono stati influenzati dall’essere chiusi in casa dalla pandemia”.
“Leggere è un modo di vivere altre vite, andare in altri luoghi, essere altre persone e viaggiare – ha affermato il titolare del MiC -. Dobbiamo portare la lettura in tutte le case. Un’operazione che deve partire dalla scuola e quindi arricchire le biblioteche scolastiche è una operazione intelligente”.
“Le biblioteche scolastiche sono state trascurate negli ultimi tempi, si è deperito il loro valore simbolico e abbiamo bisogno di recuperarle. La scuola può essere il luogo più diretto per intervenire nelle aree più critiche dove c’è arretratezza per quanto riguarda la lettura” – ha dichiarato Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il libro e la lettura, nel suo videomessaggio di saluto. “Per fare questo non bastano le singole istituzioni, c’è bisogno di attivare una rete dove convivano interessi privati e pubblici, editori, istituzioni centrali, librai, bibliotecari, famiglie, lettori e la scuola. Abbiamo bisogno di allargare la percezione che il libro e la lettura sono fondamentali nella formazione degli studenti perché sono un elemento di conoscenza e di cittadinanza”.