Con questo progetto la città di Bologna ha vinto il bando Città che legge 2018, l’omonima qualifica conferita dal Centro per il libro e la lettura, d’intesa con l’ANCI, alle amministrazioni comunali che si impegnano a svolgere con continuità sul proprio territorio politiche di promozione della lettura e permette di partecipare a bandi come quello uscito di recente che si chiuderà il prossimo 18 marzo. Il progetto parte dal radicamento della lettura tra i più piccoli e passa per la valorizzazione delle biblioteche come centro di cultura e socializzazione. il Comune Bologna ha anche stipulato un Patto per la lettura sottoscritto da numerose realtà cittadine con l’obiettivo principale di ripensare la città attraverso la lettura e la conoscenza.
A Bologna si trovano più di cento biblioteche, per lo più si tratta di biblioteche universitarie e non potrebbe essere altrimenti, visto che qui c’è la sede della più antica università del mondo occidentale fondata nel 1088. Ma tante sono anche quelle comunali e di quartiere. Quella più fornita, con oltre un milione di volumi, è la Biblioteca Universitaria di Bologna, mentre tra le più frequentate ci sono la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio e la Biblioteca Sala Borsa. Tante, poi, sono le biblioteche tematiche come la Biblioteca sulla storia del Novecento dell’Istituto storico Parri Emilia-Romagna, la Biblioteca Italiana delle donne dell’Istituto Gramsci e la Biblioteca del Museo Internazionale della musica. Inoltre, a Bologna c’è anche una lunga tradizione di editori che inizialmente era soprattutto connessa al mondo dell’editoria scolastica e universitaria, accanto alla quale si è sviluppata anche una fiorente editoria commerciale. Qui hanno sede, tra le altre, Baskerville, Il Mulino, Minerva Edizioni e Zanichelli. Strettamente collegata all’attività editoriale, c’è da sempre una fiorente attività tipografica, che nel corso dei secoli ha dato un apporto fondamentale per lo sviluppo di questa attività. Tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500, il tipografo bolognese Francesco Griffo ha inventato per l’editore veneziano Aldo Manuzio il carattere corsivo, conosciuto all’estero con il nome di “Italic”. Nel 1958 il tipografo Francesco Simoncini realizza una variante del carattere Garamond, il Simoncini Garamond, che diventa lo standard per le case editrici italiane. Il legame tra Bologna e il prodotto libro passa anche attraverso le sue (tante) librerie, alcune delle quali, prima delle restrizioni scaturite dalla pandemia Covid, restavano aperte fino a notte fonda, animando la vita culturale della città. La più antica ancora in attività è la libreria Nanni, inaugurata nel 1825, specializzata in libri rari e antichi.
La storia letteraria di Bologna scorre attraverso i secoli grazie alle vite di tanti autori che ci sono nati o che hanno scelto il capoluogo emiliano come patria adottiva. Qui nacque Guido Guinizelli, “maestro” di Dante e fondatore del Dolce stil novo. Lo stesso poeta fiorentino dovrebbe aver trascorso un periodo a Bologna come dimostrerebbero le citazioni in diversi passi della Divina Commedia. In anni più recenti, in tempi e modi diversi, qui si sono formati Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Pier Paolo Pasolini, Stefano Benni e Umberto Eco, solo per citarne alcuni. Bologna è stata anche la culla di tanti fumettisti italiani: Magnus (Alan Ford), Bonvi (Sturmtruppen), Silver (Lupo Alberto): nel solco di questa tradizione nel 2004 l’Accademia di Belle Arti di Bologna ha aperto la prima scuola di sperimentazione italiana dedicata al fumetto e all’illustrazione. Ma la scena letteraria bolognese non vive solo attraverso le vite dei suoi autori, è la città stessa che fa da sfondo a diverse opere. A Bologna è ambientato Il broker di John Grisham, Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi, Cittanova Blues di Francesco Guccini e i gialli Almost Blue di Carlo Lucarelli e L’ironia della scimmia di Loriano Macchiavelli. Tutto questo, unito ad un tessuto civico storicamente attivo, ha fatto sì che si creasse uno stretto legame tra Bologna e la lettura, testimoniato anche dai dati di diffusione dei quotidiani (16° posto in Italia nelle classifiche Agcom/Istat) e di diffusione di librerie (54°posto per Infocamere) e biblioteche (20° posto per Istat).
In questo contesto si inserisce il progetto “Leggere appartenenze”, che ha l‘obiettivo di formare una cultura del rispetto e della condivisione attraverso la lettura. Per farlo si è partiti ponendo l’attenzione sulla formazione della fascia d’età 0-6: sono state installate nuove biblioteche in 9 asili nido, 19 scuole per l’infanzia e 8 centri per Bambini e famiglie. L’intento è radicare la lettura ad alta voce all’interno di servizi educativi e scolastici e nelle famiglie. La lettura è quindi strumento di integrazione: vista la composizione multiculturale del tessuto cittadino, la valorizzazione delle biblioteche passa anche dall’ampliamento del catalogo di titoli in lingua straniera e da letture ad alta voce in lingua madre. Così la lettura si fa contesto che favorisce il dialogo e il radicamento, sviluppando un senso di appartenenza alla città vista come comunità educante.