È Niccolò Ammaniti con La vita intima (Einaudi) il vincitore della 94esima edizione del Premio Letterario Viareggio-Rèpaci per la categoria narrativa. Ad annunciarlo è stato il Presidente di giuria Paolo Mieli che ha consegnato all’autore romano il prestigioso riconoscimento, il secondo della sua carriera, dopo quello del 2001 per Io non ho paura.
“Sette giorni assieme alla donna più bella del mondo e più potente d’Italia, Maria Cristina Palma, moglie del Presidente del Consiglio. Una preziosa bottiglia riempita di acqua minerale – tutta vanità e mondanità – a cui il passato, come spesso succede nella vita e quasi sempre nei romanzi, a un certo punto chiede il conto. È lei la protagonista di La vita intima, ironico e tagliente ritorno alla narrativa dopo otto anni di uno dei nostri scrittori più amati, Niccolò Ammaniti, qui nelle vesti dell’autore onnisciente che si diverte a svuotare l’acqua da quella bottiglia per distillarci un frizzantissimo champagne: colpi di scena, risate, spaventi e un ritratto ‘da dentro’ di una donna che a un certo punto della propria esistenza si rifiuta di essere soltanto un oggetto”, ha considerato Leonardo Colombati, vicepresidente di giuria leggendo le motivazioni dell’assegnazione. “Ecco il gioco di prestigio dello scrittore di razza, che ci presenta una galleria di mostri e finisce per farci riflettere sulla natura di esseri umanissimi”.
“Sono passati 22 dalla prima vittoria del Viareggio, tornare qui ora, dopo tanti anni, mi dà la forza di vincerne un altro tra vent’anni. Grazie alla giuria e a Viareggio, meraviglioso paese”, ha commentato Ammaniti.
“Sono veramente colpito dalla straordinaria partecipazione a questa edizione, per la prima volta in due serate”, ha detto. “Questo successo ci induce a dare sempre più spazio agli scrittori che sono stati i veri protagonisti. Non esiste un altro concorso letterario che premia contemporaneamente opere di narrativa, poesia e saggistica. Ma la vera forza del Viareggio-Rèpaci sta nella capacità di portare fisicamente i libri tra la gente, in una piazza piena che avvicina gli autori alle persone, anche grazie alla sinergia con le librerie”, ha sottolineato dal palco il Presidente di giuria Paolo Mieli.
Nel corso della cerimonia di premiazione condotta dalla giornalista del TG1 Monia Venturini sono stati protagonisti anche gli altri finalisti per la narrativa – Sapo Matteucci con Per futili motivi (La nave di Teseo) e Giosuè Calaciura con Una notte (Sellerio) – oltre ai premiati Vivian Lamarque con L’amore da vecchia (Mondadori) per la poesia e Francesco Piccolo con La bella confusione (Einaudi) per la saggistica. E ancora, i premi speciali Gian Arturo Ferrari (Premio Internazionale), Nona Mikhelidze (Premio Giornalistico) e Pietro Santetti (Premio Opera Prima).
La Giuria del Premio Viareggio-Rèpaci 2023 è composta da Paolo Mieli (Presidente) – giornalista, saggista e storico, Leonardo Colombati (vicepresidente) – scrittore, Luca Alvino – poeta, Maria Pia Ammirati – dirigente televisiva, scrittrice e giornalista, Camilla Baresani – scrittrice e insegnante, Giorgio Biferali – scrittore e insegnante, Maria Borio – poetessa, Gabriella Buontempo – produttrice cinematografica, Diamante D’Alessio – giornalista, Francesca Ferrandi – autrice, Costanza Geddes da Filicaia – docente di Letteratura italiana contemporanea, Emma Giammattei – docente di Letteratura Italiana, Luciano Luciani professore e giornalista, Edoardo Nesi – scrittore e saggista, Mirella Serri – docente di Letteratura e giornalismo.
Il Premio Viareggio-Rèpaci – organizzato con il sostegno del Comune di Viareggio, della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e di iCare la società “in house providing” interamente partecipata dal Comune di Viareggio – nasce nel 1929. Fondato da Leonida Rèpaci, è tra i più antichi e prestigiosi riconoscimenti letterari d’Italia, vinto tra gli altri da Umberto Saba, Elsa Morante, Carlo Emilio Gadda, Sibilla Aleramo, Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Pier Paolo Pasolini, Salvatore Quasimodo, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Giorgio Manganelli, Serena Vitale, Sandro Veronesi e Alda Merini.